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La sindrome dell'impostore

  • 21 feb 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 26 feb 2024

Nel 1978 le psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes coniarono il termine "sindrome dell'impostore", una condizione psicologica in cui le persone non riescono a riconoscere le proprie capacità e successi, attribuendoli spesso a fattori esterni come la fortuna o il caso. Questo porta ad una costante sensazione di essere un "impostore" e di non meritare il successo ottenuto: si minimizzano i propri risultati e ci si sente inadeguati, pur avendo raggiunto obiettivi significativi. Ci sono diversi pensieri che possono accompagnare la sensazione di non meritare il proprio lavoro e la propria posizione.

Alcuni di essi includono:

  • Auto-svalutazione: dialogo interno negativo; sentire di non essere abbastanza bravi, competenti o qualificati per il ruolo che si ricopre, pensando di essere stati scelti per errore o fortuna.

  • Paura di essere scoperti: la costante paura che gli altri possano scoprire che si è un "impostore" e che non si è all'altezza delle aspettative, portando a una continua ansia e stress.

  • Comparazioni negative con gli altri: confrontarsi costantemente con colleghi o persone di successo e sentirsi inferiori, pensando di non essere all'altezza delle loro abilità o risultati.

  • Perfezionismo e autoimposizione di standard elevati: sentirsi costantemente insoddisfatti dei propri risultati, pensando di non essere mai abbastanza bravi e che è necessario fare di più per dimostrare il proprio valore.

E' presente un perenne senso di inadeguatezza che li porta a vivere nell'ombra della loro stessa grandezza, ignorando il proprio valore intrinseco.

È chiaro che questa condizione ha conseguenze significative per la persona e può avere un impatto notevole sulla qualità della sua vita. Si riscontrano spesso alti livelli di perfezionismo, continui pensieri su errori possibili nel futuro e ruminazione su errori passati. Gli standard personali sono spesso eccessivamente alti e l'autocritica può essere estremamente severa quando non vengono soddisfatti. Persino piccoli errori possono portare a sensi di colpa intensi e le conseguenze vengono percepite come catastrofiche. Elevati livelli di ansia, paura e angoscia sono comuni, così come la frustrazione che può sfociare in sintomi depressivi veri e propri.


Diversi studi mostrano che gli atteggiamenti associati alla sindrome dell’impostore possono essere correlati a diverse condizioni di salute mentale come la depressione, il disturbo d'ansia sociale, la bassa autostima o il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.


Come superare la sindrome dell'impostore?

Per incrementare la fiducia in se stessi, è importante prendere coscienza dei pensieri negativi che possono minare la nostra autostima ed è fondamentale riflettere sui progressi compiuti nel raggiungimento dei nostri obiettivi e concentrarsi sugli aspetti positivi di ogni situazione.

Inoltre, è importante fissare traguardi realistici e raggiungibili. Questo aiuterà a mantenere alta la motivazione e a sperimentare successi che ci permetteranno di consolidare la nostra fiducia.



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Se senti di aver bisogno di un supporto, non esitare a richiedere l'aiuto di un professionista della salute mentale.

Attraverso un percoso di sostegno psicologico è possibile non solo fare luce sulle cause che generano sofferenza, ma anche individuare le possibili strade da percorrere per raggiungere il benessere.




 
 

© 2024 Ornella Maria Amari. P.i.04151820364 

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